Una violenta esplosione nella zona porto di Beirut ha causato un bilancio di più di 100 morti e 4 mila feriti. All’origine del disastro nella capitale libanese, lo scoppio di un centro di stoccaggio di nitrato di ammonio. Si indaga sulle cause, molto probabile un fatale errore umano durante lavori di manutenzione in una fabbrica di fuochi di artificio, nei pressi dell’hangar.
È salito a più di 100 morti e circa 4 mila feriti il bilancio delle esplosioni nella zona porto di Beirut, capitale del Libano. La potente deflagrazione si è verificata nel pomeriggio di ieri martedì 4 agosto, ed è stata anticipata per alcuni minuti da una grande colonna di fumo, tanto che in molti sono riusciti a riprendere l’evento in diretta con il cellulare.
A causare le esplosioni a Beirut sarebbero state 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio, immagazzinato nell’hangar 12 dislocato nei pressi del porto dal 2013. Ci sarebbe forse un errore umano all’origine della strage di Beirut, si ipotizza un lavoro di saldaturain un magazzino di fuochi d’artificio adiacente, almeno stando alle dichiarazioni del Ministro dell’Interno libanese, Hassan Diab.
Il nitrato di ammonio è una sostanza chimica notoriamente impiegata come fertilizzante, ma anche come composto nella creazione di ordigni esplosivi. Ora nella capitale si contano più di 300.000 senza tetto e si teme per il rilascio di sostanze tossiche nell’aria, che potrebbero portare ad ulteriori complicazioni future. Le violente esplosioni in Libano, sono state avvertite a 240 chilometri (150 miglia) di distanza.