Forse saranno soltanto parole di sfogo, ma posso dire con certezza che il Reddito di Cittadinanza è l’ennesima beffa e mancanza di rispetto verso quei cittadini che non hanno più voglia di perdere il loro tempo. E voglio spiegare il perché sono giunta a questa conclusione.
Sono disoccupata da quasi un anno, non ho una casa, non ho un automobile. Non ho niente, nemmeno un padre benestante che mi sostenga, ma ho una laurea, abilitazione al giornalismo e vari titoli specialistici in comunicazione… questa è la mia base aggiornata a maggio 2019.
Ho presentato la domanda principalmente per trovare un lavoro in linea con il mio curriculum, ma non mi vergogno di dire che ho bisogno di soldi per tirare avanti nel quotidiano… non vivo certamente in una giungla cibandomi di banane, abitando in un rifugio fatto di canne, vestita con foglie di albero e pelli di animali selvatici.
Mi sono sentita umiliata quando ho visto 40 euro come “misura di sostegno”alla mia dignità e mi sono sentita umiliata non per me, che almeno ci sto provando, ma per coloro che rappresentano il mio Stato. 40 euro al mese sarebbero, secondo la “loro” modalità di applicare la legge, un contributo al mio benessere, anche se dovrebbe essere temporaneo e sapete perché? Perché ho lavorato negli anni precedenti.
Mi vien da ridere pensando a questa beffa chiamata “reddito di cittadinanza”. Non solo perché dai palazzi della politica danno per scontato che mi basteranno degli “spiccioli” per vivere dignitosamente. Danno per scontato che non cercherò di lavorare a nero per sopravvivenza, almeno finché non riescono a trovare un’occupazione per me. Ma c’é di più che mi turba
Se adesso dovessi accettare di “campare” con 40 euro al mese c’è un perché, maledettamente difficile da digerire. Dovrei vivere da poveraccia nel mio presente perché nel 2017 ho lavorato: sono stata assunta in un bar per 6 mesi a 600 euro al mese, 6 ore al giorno. Dovevo mettere qualcosa da parte allora, forse? Purtroppo non ho una palla magica e non potevo prevedere che nel 2019 sarei stata disoccupata.
Alla fine questo è il resoconto della comunicazione arrangiata che hanno utilizzato per sponsorizzare il loro RdC: chi ha studiato e lavorato in passato, chi ha fatto sacrifici, ha riposto speranze accontentandosi anche di prestare la propria opera per quattro spiccioli, quando non a titolo gratuito, merita un contributo minimo rispetto a chi non ha mai fatto nulla anche per scelta!
Magari non solo sei anche declassato nella lista di chi ha bisogno, ma hai anche la sfiga di tuo padre andato in pensione da precario con 480 euro al mese. Ebbene si, questo mi rode:malgrado abbia cercato di darmi da fare, accettando di lavorare anche fuori dalla sfera dei miei studi, PERCEPISCO MENO DI UN DECIMO RISPETTO A CHI NON HA MAI FATTO NULLA DA QUANDO è NATO, né studiato, né lavorato, e nemmeno lo ha cercato un lavoro!
Se per caso incontrate Di Maio, che oltretutto ho pure votato, ditegli che vorrei tornare indietro per starmene a zonzo tutto il giorno… quanto meno sarei rimasta più ottimista nei confronti della vita. Zero rancori, nessun “mangiamento di testa”, né ricerca ossessiva di qualche oscuro errore da parte mia.
Se incontrate Di Maio, ditegli che voglio tornare indietro per starmene a zonzo tutto il giorno…”