Sette persone sono state accusate di omicidio colposo nell’ambito dell’inchiesta sulla morte del calciatore argentino. Secondo gli investigatori, Diego Armando Maradona poteva essere salvato, se curato tempestivamente.
L’indagine sulla morte di Diego Maradona ha fatto scattare l’accusa di omicidio colposo per sette persone, appartenenti all’équipe medica del grande calciatore. L’inchiesta era stata avviata dalla Procura in Argentina poco dopo la sua scomparsa a causa di alcune anomalie.
Nel dettaglio, i PM hanno condotto delle ricerche sui beni di proprietà di Maradona e sui medici che lo tenevano in cura nelle ultime settimane. La Commissione medica, istituita dal dipartimento di giustizia argentino per indagare sul caso, ha rilevato che “El pibe de oro” era in agonia da più di 12 ore. Pare che il calciatore argentino non abbia ricevuto cure mediche adeguate e potrebbe essere ancora in vita, se si fosse intervenuti tempestivamente.
Diego Armando Maradona è morto il 25 novembre del 2020 per un attacco di cuore, a soli 60 anni. Il crollo fisico è avvenuto due settimane dopo aver subito un intervento chirurgico al cervello. Il grande campione argentino poteva essere portato in salvo, dunque, se solo avesse avuto trattamenti medici appropriati.
Le sette persone accusate di omicidio colposo sono il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov insieme a uno psichiatra, un medico, due infermiere e una capo infermiera.
Questo si evince dal rapporto diramato dagli investigatori il 30 aprile scorso sulla morte di Maradona:
“L’intervento dell’équipe medica, incaricata alle cure di Diego Armando Maradona è stata inadeguato, carente e irresponsabile…. (Maradona) presentava segni inequivocabili di un prolungato periodo di agonia, quindi concludiamo che il paziente non è stato adeguatamente monitorato dalle 00:30 del 25/11/2020“.