Sono in totale otto ordinanze di custodia cautelare per la maxi truffa ai contributi agricoli da parte di clan appartenenti alla ‘ndrangheta calabrese. L’esito dell’operazione è stata messa a segno nella primissima mattinata di oggi dai carabinieri per la tutela agroalimentare e dal comando provinciale di Reggio Calabria.
Dai risultati dell’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria capggiata dal procuratore Giovanni Bombardieri, sono stati dedotti quattro arresti, tre i domiciliari ed un obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
Sette persone coinvolte, tutte residenti nella provincia di Reggio Calabria, sono state accusate a vario titolo di associazione per delinquere, concorso in falso materiale e ideologico commesso da incaricati di pubblico servizio, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravate dalla finalità di agevolare consorterie mafiose.
L’inchiesta, condotta dal Reparto Operativo del comparto di specialità dell’Arma e coordinata dal Procuratore Aggiunto, Calogero Gaetano Paci, insieme al sostituto procuratore, Diego Capece Minutolo, rimanda a possibili infiltrazioni mafiose nel comparto agricolo.
L’indagine scandaglia il mondo sommerso delle truffe aggravate per il conseguimento delle erogazioni pubbliche previste dai “Fondi Europei Agricoli di Garanzia e di Sviluppo Rurale”.
Con la complicità di addetti al pubblico servizio, ci sarebbero stati accordi da ben noti membri della ‘ndrangheta calabrese, come “Gallico” di Palmi, “Alvaro” di Sinopoli, “Lo Giudice” di Reggio Calabria ed “Laganà-Caia” di Seminara.
Lo scopo era quello di ottenere il beneficio di contributi pubblici, erogati da Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (Arcea), oltre alla disponibilità di titoli di pagamento della “Politica Agricola Comune”, per un totale di diverse centinaia di migliaia di euro.
Nel dettaglio gli imputati sono : Teresa Gallico, 70 anni; Carmelo Gallico, 55 anni; Demetrio Giuseppe Gangemi, 49 anni; Domenico Laganà, 47 anni; Domenico Cambareri, 41 anni; Maria Curatola, 60 anni; Elvira Pierina Curatola, 64 anni. Obbligo di presentazione alla pg per Caterina Cicciù, 44 anni.