Nel corso della mattinata di domenica 10 marzo 2019 e un Boeing 737 della compagnia Ethiopian Airlines, partito dall’Etiopia ad Addis Abeba e diretto a Nairobi, in Kenya, precipita subito dopo il decollo, causando la morte di tutti i 157 passeggeri, 149 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio. Nell’immane disastro aereo in Etiopia sono 8 le vittime italiane a bordo, mentre, attraverso il ritrovamento della scatola nera avvenuto in mattinata, si sta cercando di risalire alle cause che hanno originato l’incidente.
Stando alle ultime ricostruzioni, il Boeing 737 aveva lasciato l’aeroporto di Addis Abeba alle ore 08,38 circa, ovvero alle ore 6,38 italiane e solamente sei minuti più tardi sarebbe precipitato approssimativamente a 60 km dalla città. Il pilota dell’aereo aveva già annunciato la presenza di problemi tecnici, chiedendo tempestivamente il permesso di tornare indietro. Come dichiarato dal Consiglio di Amministrazione della compagnia aerea Ethiopian Ailines, Tewolde GebreMariam, attualmente è difficile stabilire se il velivolo sia effettivamente precipitato o abbia improvvisato un atterraggio di emergenza.
L’aereo Boeing 737 Max 8 precipitato, era di nuova costruzione ed aveva inaugurato il suo primo volo nel mese di ottobre. La stessa compagnia, l’Ethiopian Airlines gode di una’eccellente reputazione, oltre ad essere valutata come la più efficiente ed affidabile compagnia aerea africana. Per quanto riguarda il pilota, lo stesso GebreMariam pare non avere alcun dubbio sulla sua professionalità, precisando che l’aereo “non aveva mai riportato problemi tecnici ed era guidato da un pilota esperto, affidabile, che aveva volato durante la sua carriera per un totale di oltre ottomila ore“.
Incidente aereo in Etiopia del 10 marzo 2019: le 8 vittime italiane
Le vittime dell’aereo precipitato in Etiopia sarebbero in tutto 157, appartenenti a ben 35 nazionalità diverse. Molti passeggeri erano funzionari a vario titolo per le Nazioni Unite, in viaggio verso Nairobi per partecipare alla quarta Assemblea delle Nazioni Unite sull’ambiente, l’appuntamento con il forum ambientale più importante del mondo, previsto proprio per oggi, 11 marzo. Il bilancio, al momento, è di 8 vittime provenienti dall’Italia, 32 vittime del Kenya, 18 del Canada, 9 dell’Etiopia, 8 degli Stati Uniti, 8 dalla Cina, 7 dalla Francia e 7 dalla Gran Bretagna.
Per quanto riguarda le 8 vittime italiane a bordo dell’aereo precipitato in Etiopia, spuntano i nomi di Matteo Ravasio, Carlo Spini e la moglie Gabriella Vigiani, tre volontari di Africa tremila, una onlus con sede a Bergamo. Accanto a loro, due funzionari World Food Programme dell’Onu, Virginia Chimenti e Maria Pilar Buzzetti, l’assessore della Regione Sicilia e archeologo Sebastiano Tusa, il presidente della Ong Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli e presidente di Rete Link, Paolo Dieci e Rosemary Mumbi.
Sebastiano Tusa, in qualità di Assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia e di archeologo di fama mondiale, era in missione per l’Unesco. Nello Musumeci, Governatore della Regione Sicilia, dichiara: “Sono distrutto. E’ una tragedia terribile, alla quale non riesco ancora a credere: rimango ammutolito… Ho perso un amico, un lavoratore instancabile, un assessore di grande capacità ed equilibrio, un uomo onesto e perbene, che amava la Sicilia come pochi“.
Un’altra vittima del disastro aereo dell’Ethiopian Airlines, è Paolo Dieci di Roma, Presidente della rete Link 2007, ensemble di associazioni non governative all’attivo nell’ambito della cooperazione internazionale. Da Bergamo, invece, la triste notizia riguarda le tre vittime della Onlus bergamasca Africa Tremila, ovvero il presidente Carlo Spini di 75 anni, la moglie Gabriella e il tesoriere Matteo Ravasio, in viaggio per raggiungere il Sud Sudan, per consegnare attrezzature mediche nel centro ospedaliero messo su dalla stessa associazione.
Le altre vittime italiane a bordo dell’aereo caduto in Etiopia sono due giovani funzionarie dell’Onu, Virginia Chimenti, di 30 anni, e Maria Pilar Buzzetti, di 31 anni. Virginia era in missione per il World Food programme dell’Onu, mentre Maria era consulente per Asrie, Associazione Studi, Ricerca e Internazionalizzazione in Eurasia e Africa. Non si hanno notizie più dettagliate sull’ultima vittima del Boing 737, Rosemary Mumbi, di cui si sta cercando di risalire alla sua identità.