Partita a maggio scorso con 43 misure cautelari, l’indagine per tangenti a Milano, “Mensa dei poveri”, ha portato ai domiciliari l’esponente di Forza Italia e altri due noti dirigenti, per finanziamenti illeciti, truffa e corruzione. Il gruppo ricorreva “a false fatturazioni tra imprese e l’attribuzione di incarichi di consulenza fittizi, per ottenere favori nelle procedure amministrative“.
Nel filone di indagine per tangenti a Milano il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Gdf cittadina e quella di Busto Arsizio hanno raggiunto un nuovo quadro accusatorio. L’inchiesta, conosciuta con il nome “Mensa dei Poveri“, ha portato oggi agli arresti di Lara Comi, ex eurodeputata di Forza Italia, di Paolo Orrigoni, amministratore delegato dei supermercati Tigros e di Giuseppe Zingale, ex direttore generale dell’azienda speciale consortile milanese Afol Metropolitana.
La maxi indagine, avviata il 7 maggio scorso con 43 misure cautelari, ha rinvenuto nei confronti dei tre indagati accuse, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa. L’ordinanza che ha sancito gli arresti domiciliari per Comi e compagnia è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari Raffaella Mascarino.
Maxi inchiesta tangenti a Milano Mensa dei poveri: le indagini che hanno portato all’arresto di Lara Comi, Paolo Orrigoni e Giuseppe Zingale
A maggio scorso, le 43 misure cautelari della maxi indagine Mensa dei poveri erano state pronunciate, tra gli altri, nei confronti di Varese Nino Caianiello, Fabio Altitonante e Pietro Tatarella, rispettivamente l’ex coordinatore di Forza Italia, il consigliere regionale e il consigliere comunale candidato alle Europee, sempre del gruppo “azzurro”.
Dalle indagini per tangenti a Milano che ha portato ai domiciliari Lara Comi ex eurodeputata di Forza italia, la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura milanese ha emerso “ulteriori delitti di corruzione“. Come si evince dal verbale, i reati contestati riguardano:
corruzione e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illecito finanziamento ai partiti e ai politici, realizzato da amministratori locali, imprese e professionisti a vario titolo coinvolti nell’indebito drenaggio di risorse pubbliche di società e/o enti a partecipazione pubblica“.
Per rendere operativo l’illecito, secondo gli investigatori milanesi l’associazione a delinquere:
ricorreva a false fatturazioni tra imprese, l’attribuzione – da parte di società pubbliche – di incarichi di consulenza fittizi o inutili o solo formali utilizzati per occultare il pagamento del prezzo della corruzione per ottenere favori nelle procedure amministrative“.
I recenti fatti corruttivi rilevati dall’inchiesta milanese “mensa dei poveri” ravvedono:
comportamenti tesi a far ottenere ad un imprenditore varesino il cambio di destinazione urbanistica di un’importante area, da industriale a commerciale, nell’ambito della variante generale al Piano di Governo del Territorio di un Comune del varesotto in fase di approntamento, per potervi edificare un’attività commerciale. Venivano concessi a professionisti e imprese compiacenti fittizi incarichi di consulenza, conferiti da società a partecipazione pubblica, in cambio della successiva retrocessione agli indagati di parte del corrispettivo incassato a fronte dell’incarico stesso“
L’arresto ai domiciliari di Lara Comi e dei due dirigenti è stato ordinato dopo la rilevazione:
anche di una truffa ai danni del bilancio dell’Unione Europea in relazione a fittizi contratti stipulati per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento Europeo, al fine di creare surrettizie provviste di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota parte del corrispettivo liquidato“.