L’intervista di Fabio Rovazzi al Corriere della Sera racconta il difficile periodo della quarantena e della tragedia familiare che ha colpito l’artista. Il nonno di Rovazzi è morto per complicazioni del Coronavirus in aprile. Il cantante lancia un rimprovero verso coloro che negano l’esistenza della pandemia, dopo essere stato testimone della drammatica situazione nelle RSA.
Si parla di Coronavirus nell’emozionante intervista di Fabio Rovazzi al Corriere della Sera ed in particolare della morte di suo nonno, colpito dalla pandemia nello scorso aprile. Lo youtuber e cantante milanese ha voluto lanciare un messaggio chiaro e diretto a coloro che, tutt’ora, sono scettici sulla stessa esistenza del Coivid-19.
Prima di parlare della sua tragedia familiare e della drammatica situazione delle case di riposo, Rovazzi esprime la sua rabbia verso quegli italiani che negano la presenza e la pericolosità del terribile virus:
“Il caso dei gilet arancioni in piazza Duomo mi ha stupito. Non per le persone che ci sono andate ma per l’autorità che non si è fatta sentire. E quando qualcuno dice che il coronavirus non esiste lo prendo di petto. Impazzisco. Ho vissuto una tragedia da vicino“.
L’intervista di Rovazzi sul Covid-19 prosegue con il racconto del suo dramma personale nelle residenze sanitarie assistenziali, dove è stato testimone lui stesso di una situazione disastrosa. Proprio in una delle RSA era ricoverato il nonno di Rovazzi, morto a causa del Coronavirus. L’autore di Andiamo a comandare rompe il silenzio e ci testimonia l’incubo di quei giorni:
“La situazione nelle RSA era drammatica. Ho vissuto mesi brutti combattendo contro cose assurde. Avrei potuto fare un post di divisione e attacco. Non l’ho fatto per rispetto del nonno e per non sporcare il nostro rapporto. Con i giorni ho capito che cercare il colpevole per una cosa imprevedibile come questa non era utile“.
Per quanto riguarda i suoi futuri progetti musicali, Fabio Rovazzi preferisce prendersi altro tempo, per elaborare la perdita di suo nonno. Per quest’estate 2020, dunque, non ci saranno i suoi allegri “tormentoni”:
“La quarantena è stata un periodo buio non solo per l’assenza di stimoli ma per gli eventi drammatici che mi sono accaduti. La mia musica e i miei video sono sempre frutto delle sensazioni che vivo e quindi non mi sarebbe venuto un pezzo allegro. La gente adesso ha bisogno di vibe positive. Se ci avessi provato sarebbe uscito qualcosa di finto e la gente se ne sarebbe accorta“.