Ridefinite in seconda istanza le pene agli imputati, con inasprimenti e due assoluzioni passate a condanna: dal Sud America alla Calabria, il traffico “stupefacente” della bianca
Con la sentenza di secondo grado, la Corte d’Appello di Catanzaro ha revisionato alcune condanne per gli imputati coinvolti nell’operazione de “Overing“, uno tra i più importanti interventi militari per la lotta contro il narcotraffico mondiale di cocaina. Il PM, nella figura del giudice Loredana De Franco, inasprisce le pene in seconda istanza nello scottante processo con rito abbreviato, modificando, anche radicalmente in alcuni casi, delle decisioni prese alcuni mesi fa, dopo la sentenza di primo grado. I quadri di imputazione avevano investito in passato vari componenti in stretta collaborazione tra Calabria e Colombia, culminata con la scoperta di una strategica raffineria a Panaia di Spilinga, in provincia di Vibo Valentia.
Nata dalla costola dell’operazione “Decollo”, partita nel 2004, Overing ha smascherato un quantitativo “stupefacente” di cocaina che dal Sud America giungeva nei porti italiani. I militari hanno bloccato partite di droga anche piuttosto ingenti, fino a 600 chili di cocaina, smerciata con la sinergica attività criminale di una rete di colombiani collegati a noti narcotrafficanti di Vibo Valentia e Reggio Calabria. La raffineria della cocaina, usata per trattare e smerciare la “bianca”, era stata allestita in un casolare di campagna del vibonese, appartenente al poi collaboratore di giustizia Domenico Cino.
Con la recente sentenza del Tribunale di Catanzaro, si ridefiniscono, dunque, alcuni importanti decisioni nell’ ambito dell’operazione antidroga “Overing”, con alcuni importanti ribaltamenti. Tra le revisioni più eclatanti, troviamo il passaggio di due assoluzioni a condanne nei confronti di Salvatore Jacopetta di Gioiosa Jonica, che deve scontare quattro anni e un’ammenda di 18 mila euro e Roberto Piras di La Spezia, che è condannato a 4 anni di carcere e al pagamento di una multa di 18.600 euro,
La sentenza per il narcotraffico internazionale di cocaina, aggiornata a dicembre 2018, prevede condanne più significative a Fabrizio Cortese e al fratello Francesco Cortese di San Gregorio d’Ippona, rispettivamente di anni 46 e 49, che rimarranno dietro sbarre per 15 anni ed 8 mesi e 14 anni e 8 mesi. Anche il collaboratore di giustizia Domenico Trimboli, vero e proprio “broker” della ‘ndrangheta calabrese in tutto il mondo, ha visto aumentare la sua pena a 5 anni e 8 mesi.
Tra le altre condanne, ben 16 anni di reclusione a Domenico Cino di Spilinga, il vibonese proprietario della raffineria della droga, Rocco Logozzo con 7 anni e 4 mesi e Saverio Patania di Stefanaconi, 3 anni e 4 mesi. Riconfermate tutte le altre condanne inflitte in primo grado per un mastodontico giro di affari che non conosce mai fine.