Il gup Edoardo D’Ambrosio rinvia a giudizio, al termine dell’udienza preliminare, l’ex sindaco di Galatone Livio Nisi, di 63 anni, per le ipotesi di reato di corruzione elettorale e calunnia. L’imputato dovrà presentarsi, prossimamente davanti al giudice monocratico per dare l’avvio al processo, assistito dagli avvocati Francesco Paolo Sisto e Benedetta Frezza.
Sotto accusa anche Giuseppe Zambonini, 57 anni, di Galatone, che risponde solo di corruzione elettorale. Quest’ultimo si è anche costituito parte civile attraverso l’avvocato Franco Orlando.
L’inchiesta sulla corruzione elettorale di Livio Nisi
Riassumendo l’inchiesta sulla presunta corruzione elettorale dell’ex primo cittadino di Galatone, i fatti risalgono al 2012, in occasione delle elezioni comunali di maggio. I due candidati sindaci vanno al ballottaggio, in seguito al quale la spuntò Livio Nisi come candidato del centrodestra, che fu eletto, appunto, sindaco.
Secondo la Procura, prima delle operazioni di ballottaggio, Nisi avrebbe chiesto a Zambonini, 56 anni, di Galatone, uno scambio di favori: l’aspirante sindaco, in cambio del voto, promette all’uomo l’assegnazione di un locale commerciale in via Gobetti, più una somma di 200 euro in contanti.
A svelare il reato, sarebbe stato proprio Zambonini, in concomitanza delle elezioni amministrative di giugno 2017: Zambonini invita apertamente, con un post sul suo profilo Facebook, il ricandidato sindaco Nisi ad “autodenunciarsi” su quanto accaduto nel 2012.
Questo il post pubblicato sul social network che non poteva passare inosservato all’opposizione: “Signor Sindaco i soldi ci vogliono come hai fatto 5 anni fa. Ricordi come ai fatto con me, dire che non è vero, io posso disporre di testimoni vivi“. Alcuni esponenti del Movimento 5 stelle di Galatone, infatti, depositarono un esposto presso la locale stazione dei carabinieri, per indagare sulla vicenda.
La reazione del sindaco si fa sentire a fine marzo, quando Livio Nisi denuncia Zambonini per diffamazione a mezzo Facebook. Il pubblico ministero Roberta Licci fa emergere dall’inchiesta preliminare una serie di riscontri alle accuse mosse da Zambonini e sarebbe così maturata l’ipotesi di calunnia, a carico di Livio Nisi.
Su questo punto, si schiera la difesa dell’ex sindaco, già nel corso dell’udienza preliminare di ieri. Le obiezioni della difesa chiedono esplicitamente di riunire i due procedimenti, contestando il fatto che non vi è ancora un decreto di archiviazione del gip, riguardo l’accusa di diffamazione contro Zambonini.