Bambini appena nati giunti al pronto soccorso in preda ad agitazione incontrollabile e pianti a dirotto: sono i moderni “figli della droga”, partoriti da donne che hanno usato cocaina anche in gravidanza. Quattro casi al Casilino di Roma in pochi giorni, Ma anche a Grosseto, Milano, Firenze. È allarme droga in Italia.
È allarme negli ospedali italiani con sempre più casi di neonati in crisi di astinenza, in quanto positivi alla cocaina. Negli ultimi giorni la cronaca italiana ci rimanda tutto lo scalpore per i quattro bambini finiti in terapia intensiva neonatale al policlinico Casilino di Roma. La sintomatologia è simile in tutti i casi: i neonati sono in piena agitazione, con pianti sconnessi e convulsioni, e sono tutti risultati positivi alla cocaina.
Un fenomeno quello dei “neonati drogati” che fa luce sulle attuali condizioni di salute pubblica, dominata dalla diffusione della “bamba” su larga scala. Le sindromi da astinenza neonatale sono molto comuni in Italia e nemmeno una gravidanza riesce più a fermare il consumo di droga. Un segno evidente che i livelli di dipendenza nella popolazione hanno raggiunto livelli assai preoccupanti.
Ai bambini appena nati che presentano le tipiche sindromi da astinenza di cocaina va somministrato subito il metadone e barbiturici per calmare le convulsioni. I neonati devono inoltre a seguire tutte le terapie per superare la dipendenza dalla droga già nei primi giorni di vita. Ovviamente per tutti questi casi sono attualmente visibili solo gli effetti collaterali a breve termine, ma usare droga in gravidanza può arrecare danni permanenti nel lungo termine, come il ritardo neurologico.
Allarme neonati in astinenza: un fenomeno a macchia d’olio con decine di casi in tutte le città Italiane
Non solo il Policlinico Casilino di Roma, ma il fenomeno dei neonati in crisi di astinenza coinvolge anche altri ospedali italiani, come l’ospedale Misericordia di Grosseto, con tre casi di bambini positivi alla cocaina negli ultimi tre mesi. A Milano, sono stati segnalati sei bambini “drogati” in un mese, mentre a Padova troviamo il caso di un bimbo appena nato con sindrome da dipendenza da droghe e per questo tolto ai genitori. Anche al Firenze Careggi si presenta la stessa storia con almeno una decina di bambini con sindrome di astinenza neonatale all’anno.
Neonati positivi alla cocaina: secondo il neonatologo Paolillo, “si è consapevoli del fatto che certamente ci sfuggono dei casi“
La scoperta di neonati con la sindrome di astinenza da cocaina è puramente casuale, dovuta al successivo ricovero in pronto soccorso per estrema agitazione dei piccoli. Per la prevenzione occorrerebbe svolgere l’esame tossicologico sui bimbi, ma serve il consenso dei genitori, che quasi sempre si rifiutano di collaborare.. Come ci conferma la Società italiana di Neonatologia SIN, gli studi alla mano sono veramente pochi e incompleti.
Sui casi dei bambini con la sindrome di astinenza neonatale è intervenuto Piermichele Paolillo, il vicepresidente della Società italiana di neonatologia scientifica, nonché primario all’ospedale Casilino:
“Ci capiteranno una ventina di casi ogni anno di bambini positivi alle sostanze stupefacenti, con picchi di ricoveri come in questo momento. Di solito, capita che qualcosa non ci quadri nella mamma o nel padre. Se abbiamo sospetti chiediamo un esame delle urine. Si trovano cocaina, metadone oppiacei. Così si avvia un percorso che può portare a una segnalazione al tribunale dei minori che fa partire l’iter per nominare un tutore“.
Il neonatologo spiega che di solito i bambini con questi problemi “all’inizio stanno bene, la sindrome di astinenza neonatale inizia dopo un po’. Il bambino diventa agitato, irritabile e bisogna usare barbiturici per sedarlo”. In assenza di sintomatologia specifica, occorre chiamare in causa il ruolo di ostetriche e infermieri, che devono osservare attentamente qualsiasi comportamento sospetto di mamma e papà, per poter agire tempestivamente.
“Spesso quando parliamo con le coppie a rischio, ci danno giustificazioni. Dicono di aver preso un po’ di coca qualche giorno prima a una festa, o magari di aver assunto eroina “ma fumandola, non iniettandola. Questa è la situazione, e siamo consapevoli del fatto che certamente ci sfuggono dei casi”.