Occupato dal 2013 dagli attivisti di Action, l’immobile in via Santa Croce di Gerusalemme è stato riqualificato a scopo abitativo. Ma pendono bollette arretrate sulle 450 persone che attualmente occupano l’edificio. Il 6 maggio scorso Hera stacca la fornitura di energia lasciando gli inquilini senza acqua calda e luce. Ma il cardinale Krajewski non ci sta e toglie i sigilli al contatore
Continuano le polemiche sul palazzo occupato a Roma da parte degli attivisti di SpinTime Labs, dopo la scelta della società di fornitura di energia Hera di staccare la corrente per morosità. Ancor di più ha fatto clamore la coraggiosa scelta del cardinale polacco Konrad Krajevski di togliere i sigilli dal contatore per “motivi umanitari”, che ha ripristinato acqua e luce alle famiglie occupanti.
E si, perché lo stabile occupato ex Inpdap sito in via Santa Croce di Gerusalemme, alle porte del Vaticano è abitato attualmente da 450 persone di cui 98 minori e nel frattempo è diventato un attivo laboratorio culturale.
Nell’era dello spreco indiscriminato e dell’abbandono alla decadenza di molte risorse, la riqualificazione a fini culturali di uno stabile abbandonato potrebbe, in qualche modo, essere visto come un’interessante alternativa, se non proprio di gratificazione sociale.
Ma la legge del mercato non guarda in faccia nessuno e i debiti di 300 mila euro accumulati da Hera dal 2013 hanno fatto scattare la contestata decisione. Dal 6 maggio scorso, infatti, è stato ordinato di staccare la corrente elettrica all’immobile romano.
Ma perché privare centinaia di persone dei beni più elementari di cui deve aver diritto un essere umano, seppur occupanti illegalmente uno spazio destinato alla rovina? Di chi sono le responsabilità oggettive?
Roma: la storia di un palazzo abbandonato riqualificato per essere ancora necessario
Il palazzo abbandonato di via di Santa Croce a Roma è stato occupato il 12 ottobre 2013 dal movimento Action per promuovere spazi abitativi destinati a chi ne avesse bisogno. Nei sei anni di gestione il gruppo ha tirato su un “cantiere di rigenerazione urbana”, comprensivo di laboratori culturali e “punto di approdo aperto a tutti, attento ai giovani, agli ultimi e ai più bisognosi“.
Dalle stanze adibite ad ufficio nella ex gestione Inpdap è stata ricavata una stanza familiare completa di angolo cottura, mentre i bagni sono comuni. Il palazzo raccoglie dentro di se gente di svariate nazionalità e gli attivisti si occupano soprattutto di promozione sociale e culturale.
Al di là dei pareri negativi veicolati da alcuni media sul presunto operato dei volontari di Action nello stabile occupato in via Santa Croce di Gerusalemme (“rave abusivi e alcol ai minori“), l’episodio richiama una questione spinosa a livello nazionale.
Spin Time Labs può essere un’alternativa obbiettivamente valida per cercare di recuperare un esercito di abitazioni abbandonate in tutta Italia, lasciate marcire nella noncuranza totale da parte del mondo politico. La Cgil ha diramato in questi giorni proprio un video-denuncia sulle tantissime risorse immobiliari lasciate nel dimenticatoio. Ancora più scandaloso se si pensa che un milione e 708 famiglie italiane sono, ad oggi, senza una casa.
Il mediatore interculturale e presidente di Action, Paolo Perrini, spiega a nome del movimento che per questo “cantiere di rigenerazione urbana vogliamo ottenere un contratto di utenza sociale a nostro nome” ma continua a guardare lontano. Il passo successivo per la naturale evoluzione di questo progetto abitativo consiste nel “proporre a Banca Finnat di valutare la riqualificazione del palazzo secondo il progetto dei tre atenei romani“.
Per quanto riguarda le bollette arretrate dovute a Hera, Perrini aggiunge: “Le pagheremo. Magari a rate. Come fa la Lega di Salvini con il suo debito da 49 milioni. Precondizione: che le bollette siano ricalcolate a uso abitativo“. Infatti, come già dichiarato, il Campidoglio non salderà le bollette della luce arretrate.
Roma: l’elemosiniere del Papa toglie i sigilli al palazzo occupato
Il cardinale Krajewski, elemosiniere del Papa lo ha ribadito senza ripensamenti: “Sono intervenuto personalmente, ieri sera, per riattaccare i contatori. E’ stato un gesto disperato. C’erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi. Non l’ho fatto perché sono ubriaco“.
“Il cardinale è stato informato di una grave situazione in uno stabile occupato in via Santa Croce in Gerusalemme a Roma in cui si trovavano oltre quattrocento persone, tra cui numerosi bambini. Come elemosiniere, ha sentito il dovere di compiere un gesto umanitario, provvedendo personalmente a riattivare la corrente elettrica all’edificio“
“Il gesto è stato compiuto dal cardinale Krajewski nella piena consapevolezza delle possibili conseguenze d’ordine legale cui ora potrebbe andare incontro, nella convinzione che fosse necessario farlo per il bene di queste famiglie“.